CHE COSA E’ ?
E’ una infiammazione (o tenosinovite) della guaina sinoviale che avvolge i tendini del I° compartimento degli estensori dal lato radiale del polso (abduttore lungo ed estensore breve del pollice). Questi tendini sono alloggiati insieme in un tunnelosteofibroso, situato in corrispondenza della stiloide radiale.
L’aumento di volume dei tendini, dovuto al processo infiammatorio, determina un conflitto con le pareti del canale che sono inestensibili creando un attrito doloroso durante lo scorrimento tendineo alla mobilizzazione del I° raggio della mano e questo auto-alimenta il processo infiammatorio.
Si tratta di una patologia che colpisce più frequentemente donne. Si manifesta in qualunque età, spesso in gravidanza o dopo il parto, quindi con un picco di incidenza tra i 30 e i 40 anni, età in cui si diventa madri ed un picco a 50-60 anni, età in cui si diventa nonne. Il processo infiammatorio, infatti, potrebbe essere sostenuto dalla variazione dell’assetto ormonale e/o dall’atto di sostenere in braccio il neonato.
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Il sintomo principale è il dolore alla mobilizzazione del pollice, specie nei movimenti di inclinazione del polso verso il lato opposto. Inoltre, in corrispondenza della stiloide radiale, compare una tumefazione dolorosa più o meno accentuata.
In alcuni casi l’infiammazione a livello del I° compartimento degli estensori si può associare a una neurite del ramo sensitivo del n. radiale a questo livello determinanto una disistesia o ipoestesia dorsale al pollice (Sindrome di Wartenberg)
Diagnosi:
La diagnosi è principalmente clinica: anamnesi, valutazione clinica della sede del dolore, test semiologici (ad es. test di Filkestein), valutazione della presenza o meno di Tinel in questa sede e/o presenza di disestesie ipoestesie dorsali al pollice. L’ecografia muscolotendinea viene richiesta per valutare l’entità del grado infiammatorio nel canale osteofibroso e lo stato delle fibre tendinee.
COME SI CURA ?
Il trattamento è conservativo nelle fasi iniziali e prevede un protocollo ben definito per circa 3-4 settimane e comprende: riposo funzionale con l’utilizzo di tutore a polso con pollice incluso, ciclo di terapie fisiche locali (ad es: laserterapia e/o tecarterapia a seconda del quadro clinico e sintomatologico) + terapia farmacologica locale ed orale.
Il trattamento conservativo è mirato a ridurre la sintomatologia dolorosa. Tuttavia spesso non risulta essere risolutore e quindi al ripresentarsi o al persistere dei disturbi, il trattamento consigliato è quello chirurgico.
L’INTERVENTO IN COSA CONSISTE ?
L’intervento viene eseguito in anestesia locale o plessica dell’arto superiore, è di breve durata e consiste nell’aprire il canale del I° compartimento degli estensori, liberando i tendini al fine di ripristinare un adeguato scorrimento tendineo.
Decorso post operatorio.
Nei primi giorni post intervento viene mantenuto un bendaggio che limita la mobilità del I° raggio, ma progressivamente viene concessa la mobilità anche del primo raggio secondo un protocollo riabilitativo ben definito, mentre le altre dita della mano possono essere mobilizzate liberamente da subito. La ferita chirurgica non deve essere bagnata fino alla completa cicatrizzazione cutanea e vanno programmate le medicazioni della ferita secondo quanto indicato dal chirurgo. L’utilizzo della mano nelle prese è comunque limitato solo nei primi 15-20 giorni dopo l’intervento ed è sconsigliato eseguire prese di forza con la mano operata per 3-4 settimane.
Rieducazione:
La rieducazione post operatoria nella maggior parte dei casi viene eseguita autonomamente dal paziente secondo le indicazioni del chirurgo . Può talvolta rendersi necessario con l’ausilio di un fisioterapista della mano, il trattamento della cicatrice per evitare aderenze cutanee sul piano tendineo e qualche seduta fisioterapica per raggiungere un completo recupero funzionale del I° raggio della mano .
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