CHE COSA E?

E’ una patologia estremamente frequente e di comune riscontro, che colpisce la mano soprattutto delle donne, con una incidenza nove volte superiore rispetto agli uomini. Si manifesta in qualunque età, anche se è più frequente con il passare degli anni. Si stima che il 20% della popolazione oltre i 60 anni ne sia colpita.

Questa patologia consiste nella compressione del nervo mediano a livello del canale del carpo, quindi nel suo passaggio al polso volarmente. Puo’ colpire una mano, essere quindi monolaterale, ma spesso colpisce entrambe le mani ed è bilaterale.

Il sintomo principale è la presenza di dolori e “formicolii”, descritti come spilli, alle prime quattro dita della mano (è escluso il mignolo). Questa sintomatologia definita come presenza di parestesie può interessare non solo le dita indicate, ma talvolta si può irradiare prossimamente all’avambraccio, con accentuazione soprattutto di notte.

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La Sindrome del tunnel carpale ha diversi stadi evolutivi che hanno una sintomatologia ben definita:

  1. nelle fasi iniziali la sintomatologia ( “formicolii, spilli” ) è prevalentemente notturna e il paziente ha la necessità di alzarsi e scuotere la mano o metterla sotto il getto dell’acqua, per trarne sollievo.

2) nelle fasi più avanzate questo fastidio diventa notturno e diurno e può associarsi ad un vero e proprio dolore alla mano ed al polso, riferito dal paziente come una “morsa” o una pesantezza talvolta così insopportabile da non permettere il sonno e si accompagna a una riduzione della sensibilità alle prime tre / quattro dita, nonché a un deficit della forza nella pinza di presa I dito-dita lunghe.

3) nelle fasi molto avanzate i sintomi si aggravano. Il dolore ed il formicolio possono anche attenuarsi mentre peggiorano i deficit della sensibilità e della forza del pollice. Per la diagnosi è utile avvalersi, oltre che dell’esame clinico, anche dell’esame elettromiografico che è in grado di documentare la gravità e di confermare la sede della compressione distinguendola dalla nevralgia da patologia cervicale.

La diagnosi è clinica ed elettromiografica,

E’molto importante effettuare una diagnosi differenziale con altre forme di compressione nervosa del n. mediano piu’ prossimali: a livello radicolare o a livello dello stretto toracico.

COME SI CURA ?

Il trattamento è inizialmente conservativo negli stadi iniziali per 4-6 settimane e prevede l’applicazione di un tutore da polso notturno, l’assunzione di integratori neurotrofici ed eventualmente un breve ciclo di terapie fisiche locali antalgiche e drenanti.

Se la sintomatologia persiste, nonostante il trattamento conservativo, significa che il canale carpale si è ristretto e vi è una compressione meccanica del nervo mediano a questo livello. In questo caso dopo rivalutazione del Chirurgo della Mano viene data l’indicazione ad intervento chirurgico.

L’INTERVENTO CHIRURGICO IN COSA CONSISTE ?

L’intervento consiste nella decompressione del nervo mediano mediante sezione longitudinale del legamento trasverso del carpo e neurolisi esterna del nervo mediano in anestesia locale o plessica con una piccola incisione cutanea volare al polso (decompressione aperta).

Il decorso post operatorio prevede la mobilizzazione delle dita fin dai primi istanti post intervento .

La medicazione della ferita viene eseguita in modo da non contrastare la mobilita’ delle dita e viene mantenuta per-2-3 settimane. La ferita andrà medicata periodicamente secondo le indicazioni del chirurgo, ma non dovrà essere bagnata fino a completa cicatrizzazione. Non è indicato eseguire sollevamento di pesi, prese di forza o sforzi eccessivi con la mano e il polso operato per circa 3-4 settimane.

Il risultato post intervento dipende dallo stadio della malattia e porta progressivamente alla scomparsa del dolore e dei formicolii. La ripresa della sensibilità e della forza invece, soprattutto nelle forme più avanzate, è più lenta e possono essere necessari alcuni mesi dopo l’intervento perché questo avvenga. Nei casi in cui la compressione sia di un grado molto avanzato o nei soggetti anziani o in soggetti con patologie associate il recupero può essere parziale.

Rieducazione: La rieducazione assistita da un fisioterapista della mano è in genere facoltativa. Nella maggior parte dei casi viene eseguita autonomamente dal paziente.